Valle Agricola

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 Valle Agricola sorge presso il fosso di Rave Secca, affluente del fiume Lete, incastonato alle pendici lussureggianti e ricoperte da una consistente pineta del Monte Cappello, e vigilato da un'alta torre sannita. Situato in una vallata aperta del Lete e circondato dal Monte Ignara, dal colle Scavenara e dalle coste Arse, Valle Agricola è il luogo ideale per un turismo residenziale, grazie alla bellezza del paesaggio, alla dolcezza del clima, alla salubrità dell'aria di mezza montagna e per le facili escursioni. La valle è tracciata dal torrente Ravone, mentre i due versanti degradano verso il solco longitudinale con pendenze straordinarie.
  Il territorio, spoglio e senza vegetazione a sud, a nord è quasi completamente coperto da boschi che crescono rigogliosi grazie all'umidità ed alla presenza di numerose falde sotterranee; infatti, nel punto più depresso del terreno, dove le falde intersecano la superficie del suolo, nascono addirittura tre sorgenti. Le creste dei monti che circondano il territorio sottolineano un senso di chiusura offrendo uno spazio ben delimitato, un recinto; per questo Valle Agricola è stata definita "un villaggio alpino con un clima di tipo appenninico". Nei suoi boschi si incontra una fauna tipicamente montana ricca di cinghiali, lepri e volpi.
 Alcuni sostengono che le sue origini siano etrusche; altri invece sostengono che Valle Agricola nacque da un nucleo di pastori sanniti stabilitisi nella zona con i loro greggi; nel 1926, nelle località Camposiello e San Nicandro, furono rinvenute numerose tombe, attribuibili ad epoca sannitica, con ceramiche e armi in ferro, che testimoniano l'esistenza di insediamenti agricolo pastorali, già in fase protostorica. In ogni caso non si hanno molte notizie dell'area utilizzata per i pascoli e per motivi di difesa fino ai primi secoli del Medioevo, quando qui sorse un vero e proprio centro abitato, lontano e ben protetto dalle invasioni saracene. Di quel periodo rimangono i resti della torre e del castello, rifugio dei proprietari di Prata. Per secoli Valle Agricola fece parte della Baronia di Prata, di cui segue la storia feudale: in epoca normanna è stato un feudo dei Buscione, passando in seguito ai Landone, ai Villaclubai, ai Capuano, ai Sanframondo e ai Pandone. Tra gli ultimi feudatari si ricordano i Carafa e gli Invitti che vi rimasero fino al termine della feudalità, nel 1806. Detto inizialmente Valle di Prata, divenne autonomo nel 1814 e nel 1863 aggiunse al suo nome l'appellativo Agricola, a testimonianza della importanza, nell'economia locale, dell'attività rurale. Nell'ottobre del 1943 l'area fu utilizzata dall'esercito americano come campo base per il cannoneggiamento verso Venafro, occupata dai tedeschi. L'emigrazione è stato uno dei problemi più vistosi del piccolo centro matesino, che ha visto partire per la Svizzera, l'Inghilterra, la Germania e la Francia una notevole parte dei propri abitanti. 
  Le attività economiche principali sono costituite dalla coltivazione dei campi e dalla pastorizia. Notevole è la produzione di cereali, legumi, patate e frutta e l'allevamento ovino e bovino. Nel suo territorio è notevole la presenza di boschi cedui e di faggeti.
  Di notevole interesse artistico sono
- la Torre longobarda nel centro abitato;
- la Chiesa di San Sebastiano, con fonte battesimale del 1574, che ha subito rifacimenti nel Settecento ma presenta una facciata ottocentesca articolata su due ordini;
- la Chiesa di Santa Croce, in stile gotico con una bella facciata mentre all'interno si possono ammirare affreschi raffiguranti il Creatore
- la Fontana Quercia;
- l'arco di San Giovanni di epoca medievale.
  Di notevole interesse paesaggistico sono i boschi per lo più inaccesibili con mezzi di trasporto, le cui sezioni più importanti sono:
- Valle Ignara; Selvapiana; Petraia; Costa Lenze; Colle Crocco: i Colombari.
  Il Territorio di valle Agricola è stato oggetto di rimboschimento per 254 ettari nelle zone di Colle dell'Alberone, Malepasso,Serra delle mele.
  Tra le escursioni più interessanti possiamo raccomandare la salita sul Monte Cappello, da dove è possibile ammirare nelle giornate particolarmente terse il mar Tirreno con il golfo di Gaeta ed una puntata alla sorgente della Prece, per salire poi sul monte San Silvestro e visitare la grotta dell'Eremita.
  Fra gli eventi si ricordano Ferragosto valligiano dal 10 al 18 agosto.
  L'isolamento del paese ha permesso di conservare intatti molti aspetti del folclore locale. Ancora conosciuto è l'antico costume delle donne, formato da una gonna lunga fino alle caviglie, ricamata, di colore bianco o avorio. Sulla camicia bianca merlettata viene indossato un corpetto della stessa stoffa della gonna e un giustacuore di velluto o di panno nero, con ricami in vita e alle maniche. Sulla gonna scende il cosiddetto sinale, composto della stessa stoffa del corpetto. Sul capo viene collocata la mappa, costituita da un fazzoletto rosso.
- Il 20 Gennaio si festeggia San Sebastiano Martire
- Il 13 Giugno si festeggia Sant'Antonio
- Il 26 Luglio Sant'Anna
- Il 16 Agosto viene festeggiato San Rocco, Patrono del Paese
- Dal 10 al 18 Agosto si festeggia il "Ferragosto Valligiano" 
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