LA TORRE DI CAMPOCHIARO




Come la torre degli Asinelli per Bologna è il simbolo della città, così la
torre di Campochiaro è l¹elemento identificativo di questo insediamento. Ciò
è dovuto al fatto che le torri sono frutto di una tecnica costruttiva
elevata e, pertanto, esse vanno esibite con orgoglio. La torre ha un
particolare valore semantico in quanto essa costituisce uno dei due elementi
fondamentali, l¹altro è la murazione, di una fortificazione; pertanto la
torre rimanda all¹idea di sicurezza che è legata alla presenza di opere
difensive. Le immagini di Campochiaro contengono spesso questa torre, sia
che si tratti di cartoline illustrate sia di copertine di libri sulla storia
locale (l¹ultimo è quello scritto da don Angelo Spina consultabile per
informazioni su questo monumento), sia di depliants pubblicitari.
Generalmente viene ripresa da una certa distanza per comprendere nel quadro
visivo anche il paese, qui Francesco Morgillo la fotografa isolata. In
questa foto si nota che l¹edificio è privo di costruzioni all¹intorno. Se è
vero che le fortificazioni erano parte integrante dell¹abitato, era,
comunque, proibito costruire case a ridosso di esse per consentire la loro
protezione durante gli avvenimenti bellici. Nella fotografia, inoltre, non
si scorgono tracce di mura urbane collegate alla torre; ciò ha due
motivazioni, da un lato l¹orografia accidentata del colle che rende inutili
le mura in questo versante, dall¹altro la scelta di innalzare di molto la
torre principale al di sopra delle mura. Nel caso di Campochiaro che sta su
un rilievo posto proprio a ridosso del tratturo Pescasseroli-Candela la
torre all¹inizio dovette essere una semplice torre di guardia a controllo
della principale via di comunicazione del passato e solo in seguito dovette
trasformarsi in un punto di coagulazione di un aggregato abitativo. La torre
sfrutta una posizione elevata per comunicare con altre postazioni di
vedetta, quali Civita Superiore e Guardiaregia, tutte poste in siti adatti
per l¹avvistamento. Dalla torre di Campochiaro si ha una visione che si
spinge molto lontano, fino all¹estremità della pianura, perché non vi sono
ostacoli fisici che la impediscono. Il collegamento almeno visivo tra questi
punti rivela che il sistema di difesa, seppure capillare, era concepito in
maniera complessiva poiché era esteso ad un intero territorio e non un
sistema autonomo per ciascun insediamento. La torre di Campochiaro ha
resistito a molti disastrosi terremoti che hanno colpito nella sua lunga
storia questo paese e ciò perché fondata sulla roccia, né ha subito processi
di deterioramento in quanto, sfruttando la sua solidità, il suo unico
ambiente è stato sempre destinato a magazzino.

300

Francesco Manfredi-Selvaggi





 

 

 

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