Comune Di Cantalupo Nel S.
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 (761 abitanti - 580 mt. s.l.m.)
E' diviso dalla strada statale 17 il territorio del comune di Cantalupo. Da una parte il centro abitato propriamente detto, dall'altro un villaggio, conosciuto come taverna di Cantalupo, attraversato da un corso d'acqua canalizzato che finisce nel fiume Rio, che scorre per un buon tratto nell'area comunale per finire la sua corsa nel Biferno. Non è solo un riferimento geografico, l'ideale divisione del territorio. Si potrebbe infatti affermare che sono due realtà diverse, che ricompattate danno una visione globale dell'attuale comune, ad essere divise. Da un lato il paese con i suoi ricordi di artigianato, oggi quasi inesistente, i suoi abitanti dediti in piccola parte all'agricoltura, quindi al terziario e ad altre attività. Dall'altro la conversione, assecondando i tempi, delle attività degli anni passati: la produzione del latte, a testimonianza di una innegabile vocazione agricolo-pastorale, commercializzata con il rinomato caseificio, la porcilaia in luogo delle piccole isolate stalle dei contadini (qualcuno di essi, ad ogni modo continua in piccola misura ad allevare animali presso le proprie fattorie). Si è avuto dunque a Cantalupo negli ultimi decenni il passaggio da un'economia prevalentemente agricola di tipo familiare a quella pseudo-industriale. Senza trascurare il settore commerciale.

Il territorio, tutto sommato, ha conservato nei decenni le sue caratteristiche, quelle tipiche di un ambiente premontano, dove il clima né eccessivamente rigido e né al contrario, eccessivamente caldo, permette l'esistenza di una rigogliosa vegetazione. E' l'ideale prologo del paesaggio montuoso del Matese che non è assolutamente distante. E tra le colline ed i dislivelli di Cantalupo si intravedono, ed in parte sono ancora percorribili, i sentieri utilizzati nel passato da pastori e contadini per recarsi al campo o al pascolo. Oggi sono, più che altro, allettanti per gli escursionisti che vogliano trascorrere quel tanto di tempo a contatto con la natura e godere del suo silenzio. Non è, inoltre, difficile imbattersi in uno dei tanti rivoli che scorrono sul territorio e che vengono particolarmente alimentati nel corso dell'autunno e dell'inverno (in questa zona c'è abbondanza di piogge anche in Primavera e nei mesi freddi non sono rare le nevicate) per essere decisamente ridimensionati, se non del tutto prosciugati, in Estate.

La conformazione del centro abitato, nonostante le immancabili modifiche di qualche edificio, dovuto all'aspirazione dei proprietari ad apportare migliorie alla propria abitazione, è conforme alla tipologia, di discendenza medievale, di tutti gli altri comuni, in linea di massima, che ricadono nel territorio della Comunità Montana: un'insieme di vicoletti e viuzze separano gli edifici che spesso sono costruiti l'uno a ridosso dell'altro e tutto ha come punto di riferimento la chiesa parrocchiale.

Le origini di Cantalupo sono medievali: ciò è dimostrato da un documento in cui si attesta la donazione di una chiesa del luogo, al monastero di Montecassino. La storia medievale del centro, comunque, non ha evidenziato momenti, fatti e circostanze di particolare spessore. Sul clima che si respirava in loco nella prima metà del XVI secolo è, invece, molto indicativo un avvenimento storicamente dimostrato: la faida con gli abitanti del confinante comune di San Massimo. Avvenne intorno al 1525. Mela della discordia le opinioni divergenti sui territori appartenenti all'uno ed all'altro centro. Come sempre, in simili circostanze, a nulla servì la ricerca di un accordo, che in termini moderni verrebbe definito diplomatico. Gli abitanti, ormai con gli animi accesi dall'ira, ognuno pronto a sostenere con la forza le proprie ragioni ed a giudicare ridicole e pretestuose quelle degli altri, vennero ad uno scontro cruento nel quale non furono pochi i feriti. Non solo. Il Barone Federico De Bastaris pagava con la vita l'aver preso parte a simile avventura. La circostanza drammatica se non rabbonì gli animi quantomeno fece tornare alla maggioranza il lume della ragione. Tutto alla fine si risolse in un compromesso.
Sul passato di Cantalupo val la pena di soffermarsi su di un episodio curioso avvenuto tra il XVII e il XVIII secolo, che incuriosì ed attirò l'attenzione di studiosi ed autori del tempo. Improvvisamente nell'agro iniziava a sgorgare un liquido strano che i conoscitori di materie scientifiche non avevano esitato a definire "olio petronio". Certamente la quantità non era notevole ma il clamore che la cosa suscitava era proporzionato alla stranezza del fatto. Il flusso del liquido cessò subito dopo il disastroso terremoto, che colpì terribilmente varie località molisane, nel 1805. Non restano oggi nel piccolo centro edifici di notevole interesse che attirino l'attenzione dei turisti che, come si è visto la dirottano sul patrimonio naturalistico e paesaggistico. Merica, comunque una visita, la chiesa parrocchiale. Allo stesso modo resta solo un ricordo, e poco o nulla delle strutture originali, della taverna che ha dato il nome alla citata località. Era un luogo, ora a ridosso della statale 17, in cui i viaggiatori ed i trasportatori trovavano riposo per se stessi e per i cavalli. La taverna seguiva ad un'altra posta lungo la stessa direttrice (Taverna Martella) nei pressi della frazione Pastena di Castelpetroso.

Non esistono a Cantalupo numerose strutture per il tempo libero e per la pratica dello sport. Per questo settore sono disponibili il campo di calcio comunale ed il piccolo impianto per il gioco del calcetto all'interno del paese dove in Estate si disputano tornei anche in notturna. Ancora all'interno del paese è ubicato un campo da bocce. La festività degna di rilievo, che viene celebrata a Cantalupo e prevede oltre ai riti religiosi anche manifestazioni di piazza è quella in onore di Sant'Anna (Luglio). Il patrono, San Salvatore viene festeggiato il 6 Agosto.

 


 


 


 

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