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             Municipio  
            86092 Roccamandolfi (IS) - VIA SALITA MUNICIPIO 
            tel: 0865 814572, 0865 814573, 0865 814574, 0865 814575, 0865 
            814576, 0865 814577, 0865 814585, 0865 816133 
            (1150 abitanti 
            - 850 mt. s.l.m.) Immerso nella tranquillità dei monti, l'attuale 
            centro di Roccamandolfi riesce a celare a malapena un passato 
            medievale fatto di clamorosa gesta di guerrieri e di dame... 
            guerriere. 
            E' una località oggi rinomata soprattutto per 
            l'allevamento del bestiame e la produzione del latte, dipendenti 
            dalla pratica della pastorizia che, ancora oggi, rappresenta il 
            settore trainante dell'economia locale.  
            Il tutto assecondato dalle 
            caratteristiche naturali del territorio, prevalentemente montuoso e 
            dalla vicinanza ai pascoli di Montagna del Matese. Certamente oggi i 
            mezzi a disposizione degli allevatori e piccoli proprietari locali 
            sono aumentati e migliorati, il che consente di praticare l'attività 
            con minore incertezza rispetto al passato.  
              
            Si diceva delle 
            avventure cavalleresche che caratterizzarono il Medioevo nel luogo. 
             A pochissima distanza dall'attuale centro abitato resistono a 
            malapena le strutture del castello che fu edificato in epoca 
            longobarda, secondo una versione, da Maguinulfo (da cui dipenderebbe 
            il nome antico del luogo Rocca Maginulfa). NEl 1196, Ruggero Di 
            Mandra, discendente di Riccardo, personaggio eminente della corte 
            normanna, vi resistette ai limiti del possibile all'assedio degli 
            Svevi. Il particolare dimostra come fosse quasi impossibile riuscire 
            a penetrare in un maniero che era stato edificato proprio per 
            rafforzare la linea difensiva del Matese.   
  
             Una conferma sarebbe 
            giunta qualche decennio più tardi, ancora in occasione di un momento 
            particolarmente delicato per la storia del Regno. Federico II aveva, 
            con un editto, ordinato l'abbattimento di tutte quelle fortezze che 
            potessero rappresentare un pericolo per il potere centrale. Tra 
            queste ricadeva Roccamandolfi. Il suo "signore", il conte di Molise, 
            Tommaso da Celano, non chinò la testa di fronte al diktat. Concentrò 
            nel castello la massima parte dei suoi soldati e resistette 
            all'attacco di Tommaso d'Aquino che per farlo capitolare scelse la 
            via dell'assedio. 
              
              Il conte fuoriuscì nottetempo dalla fortezza e, 
            dopo aver raccolto un buon numero di armati, volse alla riconquista 
            del castello di Celano. L'impresa riuscì ma risultò inutile, poiché 
            nel contempo la moglie, Giuditta, che aveva preso il comando di Roccamandolfi, non resse alla pietà per le condizioni dei suoi 
            uomini, ormai debilitati, e si arrese (correva l'anno 1221). Dopo 
            tali avvenimenti, poco alla volta, castello e borgo persero 
            d'importanza, passando in modo sistematico da un feudatario 
            all'altro. VAnno ricordati, a questo proposito i Gaetani (XV secolo) 
            ed i Pignatelli. 
            
            La Rocca, che sovrasta, da un colle 
            inaccessibile, l'attuale abitato, è in rovina. Si conserva ancora 
            parte della cinta muraria. La sua particolarità è data dalle 
            torrette cilindriche che non poggiano su fondazioni bensì sono 
            ricavate nella stessa cortina. 
             E il Medioevo è ancora "presente" 
            anche all'interno di Roccamandolfi. Basta percorrere il breve tratto 
            di strada che conduce alla chiesa parrocchiale di San Giacomo per 
            rendersene conto. Transito obbligato per giungere all'edificio è un 
            sottopassaggio arcuato nei cui pressi sono murati frammenti lapidei 
            di epoche passate. La chiesa all'interno custodisce un altare 
            settecentesco ed una scultura lignea riproducente San Gaetano del Di 
            Zinno. Da notare anche la croce del XIV secolo pota nella via 
            omonima. 
            Non mancano a 
            Roccamandolfi tradizioni e racconti popolari che accrescono nel 
            visitatore la curiosità sulla vita che si conduceva in passato nel 
            centro.  
            Tra questi 
            quello di Sabatino Maligno, un pastore che vide la propria moglie 
            sedotta dal "Don Rodrigo" locale e che per essere "tolto di mezzo" 
            fu ingiustamente accusato di un omicidio non commesso.  
            Per lui si 
            aprirono subito le porte del carcere dal quale sarebbe comunque ben 
            presto evaso con propositi vendicativi. E tenne fede alle sue 
            intenzioni, una volta fuori, organizzando una banda che seminò il 
            terrore nel circondario. 
             Morì in circostanze 
            misteriose, forse ucciso dai suoi stessi compagni nel 1812. Le 
            autorità del luogo colsero l'occasione per dare un avvertimento a 
            chi dentro di sè covava oscuri propositi. 
            L'ex pastore fu, infatti, 
            decapitato, e la sua testa fatta pendere dal campanile della chiesa 
            parrocchiale.Nei mesi caldi Roccamandolfi si rivela un centro 
            particolarmente vivo. 
             A Giugno viene festeggiato San Liberato e 
            viene organizzata una fiera di merci varie. La prima domenica dello 
            stesso mese si tiene la sagra della "lumaca" un piatto che 
            soprattutto nel passato, e per ragioni diverse da quelle odierne, 
            veniva consumato in una larga fascia di comuni molisani. La 
            pastorizia vive il suo giorno migliore alla metà di Agosto quando 
            presso il pianoro denominato "Campitello di Roccamandolfi" - uno 
            spiazzo naturale circondato da vegetazione ed alture, dove tra le 
            altre cose sono in preparazione tracciati per lo sci d'erba - ha 
            luogo la festa del Pastore. 
             In 
            questa occasione vengono preparati sul posto i piatti tipici della 
            gastronomia locale legati al mondo pastorale, tra i quali spicca, 
            manco a dirlo, l'arrosto di agnello. In tema di gastronomia locale 
            sono da segnalare le lenticchie di alta montagna, la polenta con 
            l'olio e cipolla con pomodoro e salsiccia o con i peperoni, infine i 
            funghi di prato. 
            I campi da tennis e la 
            palestra polivalente sono gli impianti sportivi ubicati nel centro. 
            Inoltre, lo Sci Club, nei mesi invernali organizza viaggi per 
            Campitello Matese dove sono disponibili le piste. 
            Campitello di 
            Roccamandolfi, i boschi ed i sentieri del fianco settentrionale del 
            Matese, il Rio ed il suggestivo castagneto che lo anticipa, sono i 
            siti più indicati per le escursioni. 
             
  
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